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TEST AMBIENTALI COVID-19 –
VALIDAZIONE PROCESSI DI SANIFICAZIONE E PREVENZIONE DA RISCHIO COVID (D.Lgs. 81/08 capo I Titolo X)

La trasmissione del COVID-19 tramite superfici contaminate è una seria minaccia per la salute.

Oggi ancor più di ieri, la sicurezza e la salubrità degli ambienti indoor di lavoro e di vita sono di primaria importanza.  Uffici, impianti di produzione, siti per la preparazione del cibo, supermercati, trasporti pubblici, veicoli militari, distributori automatici, edifici per la cura della salute, case di riposo, teatri, cinema, centri commerciali, musei, centri sportivi dovranno essere testati per evitare contaminazioni dovuta al coronavirus ambientale. 

Cosa facciamo?

  • Tamponi per rilevare la presenza del SARS-CoV-2 sulle superfici ambientali basati su Real Time PCR (Reazione a catena della polimerasi di trascrizione inversa) che include l'estrazione di RNA. Il test viene eseguito secondo le Linee Guida fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ed è stato sviluppato sulla base delle indicazioni di Letteratura Internazionale (Corman Victor M et al. Detection of 2019 novel coronavirus (2019-nCoV) by real-time RT-PCR. Euro Surveill. 2020;25).
  • Un piano di monitoraggio periodico per permettere l’implementazione di misure di sicurezza commisurate al rischio misurato.

Tale attività rientra nella valutazione del rischio di esposizione ad agenti biologici secondo il D.Lgs. 81/08 capo I Titolo X.

Contattaci per l’elaborazione di un piano di monitoraggio e lavorare in sicurezza.

Tel. 0828/370195

info@neotes.it

 

Gli obblighi in materia di Legionella

La Neotes srl, con la sua maturata esperienza consulenziale e il suo laboratorio interno accreditato offre la possibilità di ottemperare a quanto previsto dalla normativa vigente in materia di prevenzione e controllo da Legionella.

Le "Linee guida Nazionali per la prevenzione e il controllo della legionellosi” emanate dal Ministero della Sanità nel 2015, danno l’obbligo di procedere alla “Valutazione del rischio legato all’infezione da Legionella” ed alla elaborazione di un Documento ai fini dell’Autocontrollo alle seguenti tipologie di attività (aggiornamento biennale, preferibilmente annuale):

  • studi odontoiatrici e dentistici;
  • strutture turistico ricettive (alberghi, hotel, pensioni, campeggi, residence, agriturismi, bed&breakfast , soggiorni di vacanza, affittacamere, navi da crociera etc.);
  • strutture militari (navi militari, sommergibili e caserme);
  • strutture termali;
  • strutture ad uso collettivo (impianti sportivi e ludici, palestre, centri commerciali, uffici aperti al pubblico, fiere, esposizioni, centri benessere, etc.);
  • strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali.

Il documento ai fini dell’Autocontrollo dovrà riportare:

  • la nomina di un responsabile per la gestione del rischio che comprenda la valorizzazione della politica di prevenzione e l’applicazione delle misure di controllo;
  • valutazione del rischio mediante un’attenta analisi delle condizioni di normale funzionamento dell’impianto idrosanitario al fine di individuarne i punti critici;
  • ispezione della struttura (mappa della rete idrica );
  • gestione dell’eventuale rischio rilevato derivante dall’impianto idrosanitario creando le misure correttive necessarie al ridurre al minimo il rischio evidenziato.

Inoltre corre l’obbligo sempre secondo le linee guida di:

  • Eseguire, a seconda della tipologia di struttura, un certo numero di campionamenti all’anno per la ricerca ed il conteggio della Legionella sui punti critici dell’impianto idrico e di climatizzazione identificati nel processo di valutazione dei rischi da parte di un laboratorio accreditato (Neotes possiede prova accreditata secondo la norma UNI EN ISO 11731:2017);
  • Istituire il “Registro degli interventi” ovvero un documento riassuntivo degli interventi di manutenzione ordinari e straordinari sugli impianti idrici e di climatizzazione;
  • Procedere alla formazione ed informazione del personale coinvolto nel controllo e nella prevenzione della legionellosi;

La periodicità dell’analisi del rischio e la rielaborazione del Documento deve essere effettuata regolarmente, con frequenza di almeno 2 anni e ogni volta che ci sia motivo di pensare che la situazione si sia modificata (ad esempio: ristrutturazioni, rifacimento dell’impianto). 

L’analisi con laboratori accreditati deve, comunque, essere rifatta ad ogni segnalazione di un possibile caso di legionellosi al di là del numero di campionamenti previsti per ciascuna tipologia.

Contattaci se hai bisogno di una nostra consulenza in materia, affidati alla competenza e qualità della nostra azienda certificata ISO 14001, ISO 9001 e il nostro laboratorio accreditato secondo la norma UNI EN ISO 17025.

 

SANIFICAZIONE PCO

Abbiamo testato gli effetti sanitizzanti della Tecnologia PCO (Ossidazione Fotocatalitica) in collaborazione con la RefineAir srl presso i locali McDonald’s di Assago, l'unità produttiva dei "Grandi Pastai Italiani” a Cremona e l’Hotel Bristol di Milano.

La tecnologia PCO agisce riducendo o eliminando la carica microbica (fino al 99%) e i composti organici volatili (VOC) permettendo di mantenere inalterati i principi nutritivi e le caratteristiche organolettiche degli alimenti. Tra i campi di applicazione le aziende in cui vengono stoccati, lavorati e/o trasformati alimenti o all’interno di qualsiasi mezzo che li trasporta.

La tecnologia ricorre all’azione combinata dei raggi di lampade UV-C e di una struttura catalizzatrice composta principalmente da biossido di titanio (TiO2).L’aria attraversa il dispositivo e la struttura catalizzatrice a base di biossido di titanio (TiO2) assorbe i raggi UV-C delle lampade, generando radicali ossidrili reattivi per mezzo del passaggio attraverso intermedi di reazione costituiti da perossidi che hanno un'efficacia molto elevata nella distruzione della carica microbica. I radicali ossidrili svolgono un ruolo preponderante nel processo perché sono in grado di ossidare i composti organici volatili (VOC) e, di conseguenza, permettono la degradazione degli inquinanti, riducendoli a prodotti innocui come anidride carbonica (CO2) ed acqua (H2O). Inoltre, gli ioni ossidanti prodotti e trasportati nel flusso dell’aria attaccano la gran parte della carica microbica (batteri, muffe, lieviti), distruggendola, e neutralizzano gli allergeni e gli odori. 

La Neotes ricorda che così come previsto dall’art. 3 del D.Lgs n. 155 del 1997 (Norme in materia di sicurezza ed igiene alimentare) il responsabile dell'azienda alimentare deve garantire che la preparazione, la
trasformazione, la fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il
trasporto, la distribuzione, la manipolazione, la vendita o la
fornitura, compresa la somministrazione, dei prodotti alimentari siano effettuati in modo igienico.Dunque per evitare la proliferazione microbica in campo alimentare, è indispensabile seguire alcune inderogabili prescrizioni: garantire la manutenzione e la pulizia degli ambienti durante le varie fasi di processo e stoccaggio, depurare le superfici di contatto e gli utensili durante i diversi processi di trasformazione e favorire la pulizia preventiva dei mezzi di trasporto e delle celle di distribuzione, dove è alto il rischio di moltiplicazione e contaminazione microbica.La Neotes srl, specializzata anche nel settore della consulenza in materia di igiene e sicurezza alimentare, propone tra i suoi servizi:

  • Consulenza sistemi di autocontrollo #HACCP;
  • Formazione e informazione procedure buone prassi operative;
  •  Elaborazione di piani di monitoraggio Microbiologico;
  • Analisi microbiologiche di superfici, aria confinata e degli alimenti;
  • Prova di migrazione globale e specifica su imballaggi destinati al contatto con gli alimenti; 

Una nuova etichetta per i vini, pronta a entrare in vigore dal 1 gennaio 2023
Ecco le novità in materia di etichettatura dei vini a partire dal 2023

Una nuova etichetta per i vini pronta a entrare in vigore dal 1 gennaio 2023

Ecco la novità che era attesa da tempo, ma che ora è pronta a diventare realtà. Dal 1 gennaio 2023 tutte le bottiglie di vino dovranno “rinnovare” le etichette, che diventeranno anche elettroniche. Dovranno infatti contenere tutte le informazioni riguardanti gli ingredienti, la provenienza, la data di scadenza ecc.

La riforma dell’UE della politica agricola comune , pubblicata il 6 dicembre 2021, entrerà in vigore il 1° gennaio 2023 e dovrebbe coprire il periodo 2023-2027.

Tale riforma consiste in una serie di modifiche ai regolamenti esistenti. In particolare, l’etichettatura dei vini sarà disciplinata dal Regolamento UE 2021/2117, che ha modificato quattro regolamenti UE, ovvero i Regolamenti (UE) n. 1308/2013, 1151/2012, 251/2014 e 228/2013.

Il cambiamento non riguarda solamente la dicitura delle etichette, infatti tra pochi mesi sulle bottiglie saranno presenti le cosiddette U-label, cioè le etichette elettroniche.

U-label, le etichette che segneranno una vera rivoluzione

La U-label, applicazione che alcune aziende hanno cominciato ad utilizzare giocando di anticipo, è sviluppata in 24 lingue ed è in grado di fornire automaticamente le informazioni nella lingua del Paese dal quale vi si accede.

La piattaforma garantisce la privacy dei consumatori in quanto non dispone di funzioni di tracciamento se non quelle di geolocalizzazione per selezionare la lingua in cui fornire le informazioni.

In questo modo il comparto dei vini e delle bevande spiritose  si impegna a diffondere le informazioni sulla composizione dei prodotti e sulla dichiarazione nutrizionale attraverso le nuove tecnologie digitali. 

Cosa cambia con le nuove etichette elettroniche?

L’etichetta “elettronica”: l’industria del vino dell’UE, a differenza del cibo, fino ad oggi non riportava obbligatoriamente gli ingredienti diversi dagli allergeni sulle etichette dei vini.

La PAC dal 1 gennaio 2023 introduce tale obbligo, con una svolta. Il contenuto delle etichette fisiche poste sulla bottiglia di vino può essere limitato a una dichiarazione nutrizionale del valore energetico (più o meno simile a una dichiarazione di “calorie” negli Stati Uniti) utilizzando il simbolo “E”. La dichiarazione nutrizionale completa e l’elenco degli ingredienti, invece, possono essere forniti con mezzi elettronici identificati sull’etichetta stessa, ad esempio con i codici QR.

Ci sono tre limiti a questa regola generale:

  • sull’etichetta “fisica” deve figurare l’elenco degli ingredienti che provocano allergie e intolleranze
  • le etichette “elettroniche” non possono contenere altre informazioni destinate a fini di vendita o marketing
  • nessun dato dell’utente può essere raccolto o tracciato con mezzi elettronici

Il regolamneto si applicherà a tutti i prodotti immessi sul mercato dell’UE, sia quelli di produzione di uno degli Stati membri dell’UE o di importazione da un paese terzo. Compresi i vini prodotti nell’Unione Europea ed esportati al di fuori dell’Unione Europea, anche negli Stati Uniti.

E' un processo questo che vuole ancora una volta tutelare la qualità, ma allo stesso tempo anche il consuatore, che si avvierà sempre di più verso scelte consapevoli.

Il vino prodotto ed etichettato prima dell’8 dicembre 2023, tuttavia, può continuare a essere immesso nel mercato dell’UE fino all’esaurimento delle scorte.

Imballaggi per alimenti: Quali sono i rischi?
Guardiamo insieme la normativa e scopriamo tutti gli interventi su tali prodotti.

Vengono definiti MOCA (acronimo di Materiali e Oggetti a Contatto con gli alimenti), tutti i materiali che entrano in contatto con gli alimenti, quando questi vengono preparati, consumati o conservati.
Questi materiali devono essere realizzati rispettando delle specifiche buone pratiche di fabbricazione, note anche come "Good Manufacturing Practice".
A stabilirlo è l'articolo 3 del Regolamento (CE) 1935/2004, in ottemperanza al quale è stato poi pubblicato il Regolamento (CE) 2023/2006, 
che comprende le norme relative alle GMP per i MOCA. 
Si tratta di prodotti in materiale plastico, carta, metallici, o altro che possono reagire con gli alimenti e trasferire delle sostanze all'interno di essi.
Il rischio sta nel fatto che queste sostanze "migrate" possano creare effetti tossici sul consumatore finale.
Il sopracitato regolamento cerca di stabilire dei limiti al fine di evitare danni al consumatore.
Cosa fa un laboratorio di analisi quindi?
Procede effettuando dei Test di Migrazione attreverso l'utilizzo di "Simulanti", valutando la quantità e la tipologia di sostanza che viene trasferita in un tempo stabilito. 
Un simulante è una sostanza con caratteristiche simili a quelle degli alimenti, che si presuppone entreranno in contatto con il MOCA.
Il Nostro Laboratorio di Analisi vanta un Team di Professionisti specializzato nei Test di Migrazione Accreditati su molte sostanze, anche su alcune più specifiche, come i metalli pesanti di Lantanidi e Attinidi.